Il rachide è una struttura complessa formata da: ossa (le vertebre) che si articolano tra di loro, legamenti, dischi, muscoli, vasi sanguinei, nervi e midollo spinale (da non confondere con quello osseo).
Il rachide ha un insieme di funzioni e caratteristiche fondamentali quali:
- sostegno
- movimento
- protezione delle strutture nervose contenute nel canale vertebrale
E’ allo stesso tempo rigido e flessibile poiché è l’asse portante del corpo umano e permette ampi movimenti.
Il sostegno è facilmente intuibile considerando dove è situato, superiormente sostiene il capo, attraverso il cingolo scapolare gli arti superiori e inferiormente, attraverso il cingolo pelvico, crea la base per gli arti inferiori.
Il movimento è dato dal lavoro in sinergia delle singole vertebre e degli innumerevoli parti molli come muscoli intrinseci, estrinseci e legamenti.
La funzione di protezione è svolta dalle strutture posteriori delle vertebre: l’arco vertebrale infatti accoglie il midollo spinale e lo protegge essendo struttura delicata e preziosa (ricordo che il resto del sistema nervoso centrale è racchiuso nella teca cranica).
Le vertebre sono i segmenti ossei con duplice funzione in base alla loro composizione. Esse infatti sono composte anteriormente da un corpo osseo (forma cilindrica più larga che alta con una faccia posteriore smussata) e posteriormente da un arco (a forma di ferro di cavallo). Sull’arco posteriore si fissano le apofisi articolari a cui si fissano le apofisi trasverse e che delimitano i peduncoli dalle lamine e l’apofisi spinosa nel punto più posteriore. Tutte queste strutture ossee servono a far ancorare legamenti e tendini dei muscoli intrinseci ed estrinseci del rachide per dare sicurezza nei movimenti nei tre piani dello spazio.
Queste differenze strutturali corrispondo a differenze funzionali, anteriormente la vertebra con il suo corpo forma il pilastro anteriore con funzione di sostegno e posteriormente il pilastro posteriore ha una funzione dinamica.
Le vertebre si differenziano strutturalmente in base alla funzione che svolgono:
- le vertebre cervicali sono piccole (portano meno peso) e molto mobili visto che devono indirizzare il nostro campo visivo;
- le vertebre dorsali sono predisposte ad articolarsi con le coste per creare la nostra gabbia toracica, contenitore elastico capace di accogliere gli organi vitali e di espandersi e comprimersi per agevolare il lavoro dei polmoni nella respirazione;
- le vertebre lombari infine sono le più grosse e meno mobili visto la loro funzione di sostegno di tutto il tronco, arti superiori e capo.
Nonostante queste molteplici caratteristiche il rachide può muoversi in tutti e tre i piani dello spazio: flettendosi ed estendendosi, inclinandosi lateralmente e ruotando in un lavoro sinergico di muscoli, legamenti e attivazione neurologiche.
- La flesso-estensione sul piano sagittale arriva complessivamente a 250° (110° di flessione e 140° di estensione)
- L’inclinazione laterale sul piano frontale varia da 75° a 85°
- La rotazione (secondo Greggersen e Lucas) raggiunge o supera di poco i 90° tra bacino e cranio.
Un sistema così complicato e complesso spesso può andare incontro a delle disfunzioni: limitazioni articolari, dolori, patologie motorie..
Cercheremo di analizzare le patologie più frequenti:
- lombalgie
- sciatica
- spondilolisi-spondilolistesi
- scoliosi idiomatiche o posturali
- esagerazione delle curve fisiologiche
Rachide e lombalgia
E’ una sindrome (insieme di sintomi e segni clinici) lombare che colpisce specialmente in età adulta causata da alterazioni a livello dei dischi con sintomatologia limitata alla regione lombare.
La prevalenza nella popolazione generale è stimata tra il 12% e il 35%, mentre il 49-70% della popolazione generale presenta almeno un episodio di lombalgia nel corso della vita. Sebbene anche patologie importanti possano esserne la causa, in circa il 90% dei casi il dolore lombare è aspecifico, benigno e autolimitante.
La patologia si presenta con un dolore spontaneo al livello del rachide lombare che aumenta ai movimenti di pressione ed ai tentativi di mobilizzazione del tronco, contrattura della muscolatura paravertebrale e infine rigidità del tronco.
Le Linee Guida non sono concordi sulla distinzione tra lombalgia acuta e lombalgia subacuta. Alcune di queste differenziano la lombalgia acuta da quella subacuta per la durata inferiore o superiore alla 4 settimane, mentre altre definiscono come lombalgia subacuta, quella che si verifica dopo 6 settimane. Tutte sono invece concordi nel definire la lombalgia cronica come dolore lombare persistente oltre le 12 settimane (3 mesi).
Alcuni dati clinico-anamnestici, denominati “red flags” (cartellino rosso), devono indirizzare verso un rapido approfondimento diagnostico perché possono essere spia di una patologia organica importante che necessita di una diagnosi rapida. “Red Flags (segni di allarme) che impongono un approfondimento diagnostico in tempi brevi e che sono riportate da tutte le linee guida:
– Età di insorgenza maggiore di 55 anni – Storia di neoplasia
– Calo ponderale
– Febbre di origine ignota
– Deficit motori estesi (multimetamerici)
– Deficit motori progressivi o disabilitanti
– Ritenzione urinaria
– Incontinenza fecale
– Anestesia a sella
– Osteoporosi e/o fratture osteoporotiche
– Uso di steroidi
– Trauma maggiore
Red Flags riportate solo da alcune Linee Guida:
– Età di insorgenza <20 anni
– Infezioni recenti
– Rigidità mattutina
– Risveglio notturno per il dolore
– Dolore costante e/o progressivo (non sollievo a letto)
– Immunosoppressione/HIV
– Deformità strutturali
– Dolore da carico, accentuato dalle variazioni di posizione
– Sciatica uni/bilaterale
– Area di provenienza geografica (ad es. TBC ossea)
– Storia di entesiti, mono-oligoartriti, uveite anteriore
• La lombalgia acuta avviene all’improvviso senza una causa evidenziabile (colpo della strega), qui il dolore e la contrattura sono molto forti tanto che anche un leggero movimento come un colpo di tosse o uno starnuto provoca dolore. La sindrome si risolve in pochi giorni con riposo attivo e terapia medica (antinfiammatori etc.)
• Le lombalgie croniche possono essere tali sin dall’inizio oppure secondarie a lombalgie acute. Il trattamento delle lombalgie croniche trova risoluzione nella fisiokinesiterapia: terapie fisiche (tecar, laser, tens), ginnastica vetrebrale-posturale, ergonomia nella vita di tutti i giorni e soprattutto cura del gesto sportivo al momento della ripresa nelle varie attività sportive. (CM Peruzzini, G Rigon, L Scilanga. Dialogo sui farmaci)
Il rachide e la sciatica
La sciatalgia è il dolore riferito all’arto inferiore, lungo il decorso del nervo sciatico (gluteo e zona posteriore della coscia per poi passare internamente alla gamba fino all’alluce), che può accompagnare una lombalgia da ernia del disco (lombosciatalgia).
Molte affezioni possono essere la causa di insorgenza di una lombosciatalgia:
-l’ernia discale
– l’artrosi
– anomalie congenite del rachide
– tumor
– infiammazioni
In presenza di diagnosi certa di ernia discale, l’indicazione all’intervento chirurgico può essere posta nel caso in cui il deficit motorio sia progressivo e si evidenzi con piede cadente o ipotrofia della coscia. Per alcune linee guida, nei casi di sciatalgia iperalgica intrattabile, resistente a tutte le terapie antidolorifiche, anche la sola scelta informata del paziente può giustificare l’intervento prima del periodo di terapia conservativa. Altrimenti il trattamento consiste nel riposo, nella terapia medica (antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc.), in una accurata fisiokinesiterapia e superata la fase acuta iniziale, nell’uso di un corsetto ortopedico.
Rachide e spondilolisi-listesi
Con il termine spondilolisi si intende una frattura della parte posteriore della vertebra (istmo), per distesi si intende scivolamento, cioè una frattura della zona vertebrale tra corpo e processi e peduncoli che può anche scivolare in avanti.
Spesso è un difetto congenito e diventa un serio problema solo in presenza di dolore, rigidità e spasmi muscolari. Talvolta in presenza di compressione alle radici spinali si può avere una sciatica. La Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitazione (SIMFER), nella primavera del 2002 ha proposto delle Linee Guida sul ” Trattamento riabilitativo del paziente in età evolutiva affetto da patologie del rachide”.
Le linee guida raccomandano di minimizzare il numero di radiografie durante il follow-up del paziente con spondilolistesi, anche se nel periodo di crescita rapida o all’inizio del trattamento può essere necessario effettuarle con cadenza semestrale. Inoltre, raccomandano, per ridurre l’irradiazione ai follow-up di effettuare unicamente la radiografia latero-laterale in ortostasi e di limitarla al solo rachide lombare. Anche per gli adulti, in presenza di spondilolistesi, valgono le stesse indicazioni relativamente alle stesse percentuali di scivolamento. Naturalmente in età adulta, il controllo radiografico deve essere ripetuto ad una distanza molto superiore, di 5 o, addirittura, di 10 anni.
Mal di schiena e sport
E’ stato provato che lo sport fa male se fatto troppo o se fatto troppo poco e male (in medio stat virtus).
Lo sport svolto a livello agonistico va interpretato come un vero e proprio lavoro: come sul lavoro si deve imparare come usare il proprio corpo, per un atleta è essenziale uno studio attento del corretto gesto tecnico, una buona preparazione fisica e l’adozione di tutte quelle misure di prevenzione che possano consentire di evitare da un lato l’infortunio acuto, dall’altro il sovraccarico.
Per quanto riguarda invece lo sport amatoriale, il mal di schiena è contraddistinto da proibizioni più che da permessi, secondo una serie di pregiudizi che non hanno nulla a che fare con la realtà. In generale un adulto fa quello che riesce a fare, che è compatibile con la sua vita familiare e professionale e, soprattutto, che continua a fare ciò che lo diverte.
Nell’attività fisica in palestra evitate di modificare le vostre curve fisiologiche, soprattutto se portano ad appiattire la schiena. Questo riduce la capacità del rachide d’assorbire le forze e vi predispone a problematiche articolari.
L’articolo Il rachide: quello che devi sapere è della Dottoressa Elisabetta Ton
Fisioterapista trimamma con la passione per il movimento
Mail: elisabetton@gmail
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