Come deve mangiare un combattente, come dev’essere l’alimentazione nei fighters? Ovviamente non può esistere una risposta univoca, ogni persona ha una sua individualità (psicologica e biochimica) e lo stesso individuo di anno in anno cambia. Non è detto che quello che ha ben funzionato l’anno prima dia gli stessi risultati nel tempo. Con questo articolo daremo delle indicazioni generali, che rispettano alcuni principi metabolici. Starà all’individuo capire quanto modificare ed adattare per avere la miglior dieta per fighters possibile.
L’alimentazione nei fighters
Quando si parla di alimentazione, soprattutto nella pratica sportiva, il maggior ostacolo che si pone tra l’individuo e la sua corretta applicazione è rappresentato dai consigli e riferimenti che poco hanno a che vedere con l’effettiva realtà dei fatti:
- eliminare i carboidrati la sera;
- diminuire i pasti per dimagrire;
- aumentare le proteine per costruire massa;
- “ricaricarsi” prima di una gara con dolci o cibi altamente zuccherini per migliorare la prestazione;
- eliminare il sale per togliere quel chilo in più prima del taglio del peso…
e tanti altri espedienti possono risultare limitanti, se non addirittura controproducenti, specialmente se l’atleta in questione si pone obiettivi sempre più ambiziosi.
Per fare un po’ di ordine e chiarezza nel mare magnum dei consigli usa e getta, di preconcetti, di errate credenze e fantasiose deduzioni e non divenire preda dei fili d’inciampo delle abilità narrative del “guascone da palestra”, o del fanatico di rete (che spesso e volentieri consiglia con spontaneità sanguinaria menù dietetici stravaganti), di seguito elencherò alcuni punti di riferimento che rappresentano una “bussola”, delle precisazioni a livello conoscitivo. Il loro approfondimento è faccenda da analizzare, valutare e applicare con l’aiuto dei professionisti del settore.
L’articolazione di una alimentazione idonea per i fighters deve presentarsi quanto più:
- aderente al proprio stile di vita;
- alla propria individualità biochimica;
- all’obiettivo posto;
- nonché al proprio assetto psicologico.
Solo la coerenza tra questi fattori può assicurare il successo nel lungo periodo.
Ma vediamo alcuni punti cruciali:
- Ridurre il numero dei pasti per dimagrire, non fa dimagrire. Questo accade poiché, il nostro organismo, settato geneticamente a migliaia di anni fa, legge qualsiasi riduzione dell’introito di energia quotidiana come una criticità. In tale circostanza il metabolismo “scala le marce” e l’organismo attua delle misure di contrasto (tra cui il risparmio energetico) che vanno contro il dimagrimento stesso. A farci perdere peso è l’introito calorico, non il numero di pasti. Tagli calorici drastici portano si a perdere peso rapidamente, ma solo per brevi lassi di tempo. Poi il cortisolo sale, l’organismo trattiene l’acqua e tutto si blocca.
- Soprattutto per gli sportivi che svolgono allenamenti quotidiani o che sono vittime di sbalzi umorali è consigliato consumare almeno cinque pasti al giorno per rifornire adeguatamente le scorte energetiche (in primis glicogeno muscolare) necessarie a sostenere i duri allenamenti e a produrre il corretto atteggiamento psicologico alla disciplina. Per tale motivo, in linea generale, senza far riferimento a formule rigide o speculative, per quei soggetti normopeso, con uno stile di vita sereno, ma che presentano una certa predisposizione all’accumulo di grasso, l’introito di carboidrati, in un figther, dovrebbe oscillare in media tra i 3g/kg e i 4g/kg al giorno; mentre per i soggetti predisposti alla magrezza o alla gracilità, il tasso di carboidrati può variare dai 4g/kg ai 5g/kg al giorno. Ovviamente sono quote indicative, dipende da quanto siamo saliti coi carboidrati lontano dagli incontri, più riusciamo ad alzare il metabolismo, più in fase di cut riusciamo a rimanere alti coi carboidrati ed a dimagrire lo stesso (vedi: Come accelerare il metabolismo).
Il fatto di fare tanti pasti e cercare di tenere un buon quantitativo glucidico permette all’organismo di stressarsi meno (meno cortisolo) e ricaricare più facilmente le scorte di glicogeno muscolare.
- Il consumo adeguato di proteine e grassi (cosiddetti buoni: olio d’oliva, mandorle, noci e via dicendo) per una corretta funzionalità dell’organismo e la produzione di ormoni sessuali (di cui il capostipite è il testosterone) che generano forza e l’aggressività in allenamento. Ridurli eccessivamente potrebbe compromettere i risultati ricercati, per questo motivo, per i fighters, bisognerebbe non scendere sotto il 0,7g/kg nei lipidi è 1,2g/kg nei protidi.
- Idratarsi adeguatamente. Bere molti liquidi (comprese tisane o frutta diuretica, come spremute di limone o pompelmo) tra i pasti rappresenta una buona abitudine, non solo per migliorare la prestazione sportiva, ma per la salute in generale dell’intera architettura vivente. Tenete sempre presente che c’è un orario per mangiare, ed uno per bere (lontano dai pasti). Per approfondire leggi la reidratazione durante l’allenamento.
- Nel momento in cui si avvicina l’incontro se si decide di tagliare per qualche giorno i liquidi, meglio disidratarsi con la sauna che con l’allenamento. Questo perché con quest’ultima pratica verrà intaccato il glicogeno muscolare necessario per la competizione nonché per tutta la funzionalità – soprattutto a livello recettoriale – dell’organismo; mentre con l’utilizzo della sola sauna perderemo quei liquidi che potremo ripristinare una volta effettuato il peso.
Questo punto richiede delle precisazioni vista la sua applicazione a volte estremista. Consiglio di non superare la perdita di qualche kg di liquidi prima di una gara, eseguendo immediatamente dopo una buona idratazione, meglio se coadiuvata da un’altrettanto buona integrazione (a base di vitamine e minerali). Il tutto sempre sotto controllo specialistico. Per approfondire leggi la gestione dei liquidi nel taglio del peso.
- L’alimentazione di un fighter deve essere provvista di una considerevole quantità di frutta e verdura, per la buona funzionalità organica. Così facendo faciliteremo il recupero oltre che “allegerire” il nostro organismo da scorie metaboliche o cibi poco salutari.
- Integratori(?). Inizio specificando che gli integratori NON sono farmaci. Per i fighters consiglio quelli scientificamente dimostrati o, quantomeno, accreditati scientificamente: essenziale un buon multivitaminico e minerali, creatina monoidrata, aminoacidi essenziali, omega-3.
In linea generale, l’alimentazione e l’integrazione di un fighter deve essere perfettamente congruente all’obiettivo da raggiungere. In tal senso meglio affidarsi a professionisti che praticano la vostra stessa disciplina sportiva, anche per una questione di coerenza, oltre che di informazione e, mi verrebbe da dire, “sperimentazione”.
L’articolo: L’alimentazione nei fighters è del Dott Claudio Lombardo
NOTE BIOGRAFICHE:
Il dott. Claudio Lombardo è laureato in Scienze organizzative e gestionali e in Scienze e tecniche psicologiche (con tesi di laurea in “Ipotesi d’intervento preventivo sul sovrappeso e obesità in una prospettiva psico-socio-biologica”) e laureando in Processi cognitivi e tecnologie.
È autore dei libri La scienza del dimagrimento, Iscriversi in palestra e continuare ad andarci, Dal mondo del sovrappeso all’universo dell’obesità e coautore del libro La dipendenza affettiva e sessuale tra normalità e patologia.
Per informazioni consultare il sito internet: www.dimagrirefit.com
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