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Taurina che cos’è e che benefici apporta

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Uno degli integratori più celebri del panorama internazionale è sicuramente la Taurina. Difatti è così conosciuta grazie al suo enorme impiego all’interno degli energy drink (come la Red Bull), che tutti noi conosciamo e che molti di noi, almeno una volta nella vita, hanno provato. Sono tuttavia molte le proprietà non conosciute della taurina, come molti sono i miti che questo “integratore” porta sulle sue spalle. Vediamo di conoscerla meglio in questa mega guida.

Che cos’è la taurina?

La taurina è un integratore noto non per le sue reali proprietà, ma bensì per un falso mito (almeno in parte), ovvero che sia legato in qualche modo agli androgeni (e gonadi) del toro.

La taurina è un amminoacido solforato (come la metionina, la cisteina, l’omocisteina e la cistina) che possiamo ritrovare in numerosi organismi viventi, compreso il nostro. La biosintesi della taurina avviene a partire da due dei 20 amminoacidi ordinari, dalla cisteina e dalla metionina in presenza di vitamina b6. La taurina non è tuttavia incorporata nella struttura proteica, è l’amminoacido libero più presente a livello muscolare, e costituisce circa lo 0,1% del nostro peso corporeo.

Il fatto che la taurina sia spesso accostata alle gonadi del toro è difatti un errore, bisogna tuttavia dire che essa fu “isolata” per la prima volta nella bile dell’animale. La taurina difatti non ha bisogno di essere estratta da nessun testicolo, può essere facilmente sintetizzata a partire dall’ossido di etilene e dal bisolfito di sodio.

Taurina e toro

Risulta anche essere presente in abbondanti quantità nei seguenti organi:

  • Cervello
  • Cuore
  • Seno
  • Cistifellea
  • Muscolo Scheletrico
  • Reni
  • Tessuto Adiposo

Non risulta essere così conosciuto come amminoacido in quanto non fa parte degli 8-9 amminoacidi essenziali, tuttavia è un amminoacido essenziale per i bambini prematuri o per altri animali come i gatti.

La taurina nel nostro corpo svolge importantissime funzioni che vanno dalla neuromodulazione, allo sviluppo dell’apparato muscolo-scheletrico. Non bisogna assolutamente avere paura di questo amminoacido, non solo per i motivi già spiegati precedentemente ma anche per il semplice fatto che la possiamo trovare in diversi alimenti. Alcuni dei cibi ricchi di taurina sono:

  • Vongole
  • Polpi
  • Gamberetti
  • Carne di manzo
  • Carne di maiale
  • Carne di agnello
  • Alcuni tipi di frutta secca
  • Pistacchi (basse concentrazioni)
  • Fagioli neri
  • Ceci ed altri legumi

La deficienza di taurina e la Beta-alanina

cos'è la taurina

Come abbiamo già detto prima, la taurina non è un amminoacido essenziale negli essere umani, tuttavia a livello medico è presente quella che viene chiamata la taurine deficency, ovvero la deficienza di taurina, carenza non assolutamente comune (molto più pericolosa se si presenta nel neonato prematuro). Una deficienza nell’adulto è comunque associata a maggiori rischi cardiovascolari.

L’alterazione della taurina è  spesso anche associata a disturbi mentali/psichici/psicologici più o meno gravi ed in alcuni casi il suo utilizzo orale o endovena può alleviare o far scomparire alcuni sintomi. Tuttavia molte correlazioni richiedono ulteriori indagini scientifiche.

Esiste una competitività tra il trasportatore della Beta-alanina e quello della taurina, causato da una struttura simile. La Beta-Alanina è un amminoacido non essenziale che viene integrato a scopi ergogenici e che in determinati casi può effettivamente esserci utile. Ha come scopo finale l’elevazione della carnosina endogena,  il nostro consiglio è quello di ciclizzare il prodotto con delle fasi strategiche di wash out, che di solito vengono fissate ogni 8-12 settimane.

Vi sono tuttavia degli studi che vanno a verificare sugli animali che cosa succede dopo alcune settimane che si assume la beta-alanina ed evidenziando che in diversi organi quali: il cervello, il fegato ed il cuore si ritrovavano, post supplementazione concentrazioni di taurina minori. Tuttavia gli animali ed i topi non sono umani in miniatura, pertanto prima di trarre delle conclusioni bisognerebbe indagare maggiormente.
Un gruppo di ricerca interessato già da tempo alla taurina, suggerisce tramite degli studi sui topi la possibile accoppiata terapeutica Beta-alanina e taurina nel miglioramento della resistenza muscolare nei soggetti con distrofismo muscolare.

Diete vegane o vegetarine sono accompagnate da livelli plasmatici di taurina più bassi, tuttavia non si parla di carenza ma solo di livelli inferiori. Anche in questo casi si richiederanno ulteriori studi nella relazione tra vegetarianismo e taurina.

Le funzioni fisiologiche della taurina e possibili applicazioni pratiche

Ma quali sono le funzioni fisiologiche della taurina attualmente conosciute? E quali sono le possibili applicazioni pratiche della sua eventuale integrazione? Nella seguente parte delle guida vedrete una carrellata di tutto quello che si sa riguardo alla taurina.

Cuore

Qualche anno fa si ipotizzò di effetti miocardio-lesivi da parte della taurina, ciò era principalmente derivato da fake news che girano sui vari social network. La taurina è sì un amminoacido ampiamente concentrato nel nostro cuore, ma bisogna dire che la maggior parte degli studi effettuati  sul suo impatto cardiovascolare sono eseguiti su animali ed alcuni di questi necessitano della taurina proprio perché essenziale.

I meccanismi esercitati da questo aminoacido sul cuore non sono ancora del tutto compresi, i ricercatori per capire meglio le funzioni hanno somministrato delle sostanze in grado di ridurre a livello miocardico la concentrazione. In questi studi dove si induceva la deplezione della taurina, si è notato che nel lungo periodo, insorgevano problemi cardiaci, a quanto pare reversibili con la sua re-introduzione.
L’omeostasi cardiaca è “manipolata” dalla taurina per diverse sue azioni, una tra queste è la capacità di regolare l’omeostasi del calcio, importante nella contrazione cardiaca, un secondo possibile effetto della taurina sul cuore (ancora da accertare) è quello di regolare l’attività d’osmoregolazione.

Altre possibili capacità che appartengono alla taurina e che non sembrano essere relegate solamente al cuore, sono quelle di anti-ossidanti e di stabilizzatore di membrana nei tessuti eccitabili, compreso il miocardio. Secondo la letteratura scientifica potrebbero essere presenti ulteriori meccanismi, quali l’angiogenesi, ad esempio.
Ancora però vi sono delle lacune nella ricerca sugli effetti miocardici della taurina nei mammiferi e soprattutto negli umani e questo è abbastanza insolito, in quanto la taurina è uno dei supplementi più utilizzati da tutta la popolazione mondiale, basta pensare che nel 2013 sono stati consumati ben 5,8 miliardi di litri di energy drink contenti taurina, in ben 160 paesi mondiali.

Danno da riperfusione

Per capire questo “mini-capitolo” devo prima di tutto spiegare che cos’è la riperfusione, in particolare in questo caso parleremo del danno da riperfusione cardiaca.

Il danno lesivo da riperfusione è un danno tissutale (danno che può colpire ad esempio il cuore) e che può avvenire dopo un periodo di mancanza di sangue/ossigeno. Circa il 50% del possibile danno da infarto è proprio mediato da questo fenomeno, la mancanza di componenti quali sangue e/o ossigeno crea una serie di conseguenze:

  • Aumento locale dello stress ossidativo (diminuzione degli effetti cardioprotettivi dell’ossido nitrico, alterazione del flusso sanguigno miocardico, amplificazione dell’infiammazione, danneggiamento strutturale)
  • Aumento dell’infiammazione (vi è un collegamento con il primo fattore, aumento massiccio dei neutrofili, con aumento di radicali liberi e di enzimi degenerativi)

A determinare il possibile danno al miocardio è la durata e l’ampiezza del fenomeno ischemico.

La taurina nei ratti ha dimostrato di avere degli effetti cardioprotettivi dopo un fenomeno ischemico al miocardio, ciò è mediato principalmente da due fattori che sono: la diminuzione del danno da riperfusione e la limitazione del danno da sovraccarico di calcio (ATP e pH diminuiscono con successivo aumento del calcio intra-cellulare). Tuttavia è sbagliato trarre risposte affrettate, in quanto in cardiologia, molti composti che limitano il danno da riperfusione nei ratti, non funzionano sugli uomini. Si attendono dunque ulteriori studi.

Altri effetti della taurina

Forti prove scientifiche sui topi, e deboli prove scientifiche sugli umani suggeriscono che la taurina sia in grado di migliorare il profilo lipidico diminuendo il colesterolo LDL,  il colesterolo “cattivo”.

La taurina sembra inoltre godere di effetti anti-ipertensivi, mediati dal blocco dell’angiotensina II, ormone polipeptidico in grado di aumentare la forza di contrazione ed i BPM per minuto. Ovviamente risultano esserci delle carenze sugli studi scientifici negli umani.

Un caso studio sulla taurina

integratore taurina

Un interessante caso studio, su due anziani, vede l’utilizzo di taurina associato a problematiche cardiache.

  1. Uomo anziano di 64 anni con presenza di contrazione atriale prematura, resistente alla terapia con Beta-Bloccante (propranololo): trattato con 12g al giorno di taurina (lo studio era iniziato con un dosaggio nettamente più basso, circa 3g) e circa 1g di arginina. Sappiamo che l’arginina è in grado di aumentare le concentrazioni di ossido nitrico, potenzialmente così migliorando il battito cardiaco e la pressione arteriosa, tuttavia l’arginina assunta oralmente è scarsamente assorbita, inoltre qui è stata assunta a dosaggi bassissimi. I risultati sono stati interessanti in quanto vi è stata una diminuzione del 50% delle contrazioni atriali premature, gli autori dichiarano che durante lo studio non sono stati assunti farmaci di nessun tipo, sul paziente non erano installati pacemaker.
  2. Nel secondo caso invece troviamo un signore di 82 anni che presenta contrazioni ventricolari premature (ne soffriva da circa 5 anni), utilizzava dei calcio antagonisti che non sortivano però gli effetti sperati. All’uomo sono stati somministrati 10g al giorno di taurina (dilazionati in più assunzioni da 2,5g ed un’assunzione minore pre-nanna) e circa 4g di arginina (dilazionati in 4 pasti), anche in questo caso non sono stati assunti altri farmaci, neanche sono stati installati sul paziente pacemaker. Dopo 3 mesi dall’inizio del trattamento le contrazioni ventricolari premature sono state completamente prevenute.

Cosa possiamo dire? In questo paragrafo abbiamo analizzato un caso studio abbastanza recente, che vedeva protagonisti due anziani. I casi studio a livello d’evidenza scientifica sono le prove meno rilevanti, inoltre il campione era eccessivamente ristretto per poter trarre delle effettive conclusioni, sicuramente sono delle possibili indicazioni per ricerche future.

In questo e nei prossimi paragrafi attesteremo una cosa; gli studi scientifici ed i risultati sui topi non sono predittivi nei confronti degli esseri umani, purtroppo questa cosa non è ancora chiara evidentemente a molte aziende che prendono studi sui topi, dimostrando proprietà di alcuni integratori (ma non solo) che effettivamente non sono ancora state dimostrate negli umani.

Stando alle prove scientifiche attuali possiamo attestare che non vale ancora la pena acquistare la taurina a solo scopo cardio-protettivo. Anche i presunti benefici sulla pressione arteriosa e sul quadro lipidico sono estremamente dubbi (attualmente). 

Sono curioso di vedere nei prossimi anni come si evolverà la ricerca scientifica da questo punto di vista.

Muscolo Scheletrico e Taurina

Ovviamente in un articolo per il project inVictus, non poteva mancare il paragrafo dedicato al muscolo scheletrico. Possiamo ritrovare all’interno del nostra muscolatura la Taurina, tuttavia per comprendere al meglio questo paragrafo, dobbiamo anche ripassare una delle prime tappe della contrazione muscolare:

  1. liberazione dell’AcetylCholina (neurotrasmettitore) da parte dell’assone del motoneurone;
  2. interazione recettoriale tra Acetilcolina e recettori appositi disposti nel sarcolemma (membrana connettiva che ricopre le fibre muscolari);
  3. l’interazione recettoriale è poi in grado di aumentare la permeabilità del sarcolemma agli ioni di sodio e di potassio con successiva depolarizzazione della membrana, nel caso sia sufficiente allora avverrà l’innescamento di un potenziale d’azione (aumento rapido e successiva diminuzione dell’energia cellulare, dovuta all’evento appena spiegato);
  4. il fenomeno di depolarizzazione porta ad un rilascio del calcio dalle cisterne dello stesso collocate nel reticolo sarcoplasmatico;
  5. quando il calcio è presente nel citsol della cellula si lega alla tropina-tropomiosina, rimuovendo così l’inibizione all’aggancio tra le teste della miosina sui filamenti d’actina, questo processo è fondamentale per il successivo scorrimento della miosina sui filamenti d’actina.

Ovviamente i processi che poi portano alla contrazione muscolare continuano, ma quelli che ci interessano a noi risultano essere questi.

La taurina difatti sembra giocare un ruolo importante nella regolazione del rilascio del calcio da parte del reticolo sarcoplasmatico, influenzando così i processi di eccitazione-contrazione muscolare, importanti nello sviluppo della tensione muscolare. Un altro punto chiave già precedentemente accennato è che la taurina è in grado di regolare il volume cellulare, viene difatti proposto come supplemento in contesti di pre-gara, o nel pre-workout per aumentare la volumizzazione. Ma funziona veramente?

La taurina post-somministrazione orale (1,66g) è in grado di elevare le concentrazioni plasmatiche da 50umol a 750umol in pochissime ore, una seconda somministrazione è inoltre in grado di elevare ulteriormente i livelli plasmatici (1000umol) di taurina, le somministrazioni sono state eseguite tre volte al giorno (quindi 1,66gx3). Nonostante avvenga questo un’elevazione dei livelli plasmatici di taurina nell’uomo, non sembra portare ad un’elevazione delle concentrazioni muscolari di taurina, facendo così rimanere i livelli muscolari totalmente invariati. La sperimentazione è durata 7 giorni.

Una piccola curiosità: i livelli di taurina nel muscolo sono maggiori (sembra) nelle persone allenate rispetto a quelle non allenate.

Questo dovrebbe dunque darci l’indizio che la taurina non aumenti né le prestazioni né la volumizzazione cellulare, tranne nel caso avvenga qualche strano avvenimento indiretto. Eppure non mi sento ugualmente di trarre conclusioni, visto che gli studi sono stati eseguiti su solo 7 volontari, studio randomizzato su dei ciclisti.

Altri studi sono stati condotti, ma sono sulla performance. Una ricerca eseguita su 11 atleti di endurance ed ultra-endurance (ciclismo/triathlon) del 2010 pubblicata sulla rivista “International Journal  of sport nutrition and excercise metabolism” ci suggerisce che la taurina non porta a dei miglioramenti significativi della performance. Studio anch’esso randomizzato, diviso in 3 prove: una dove bisognava assumere 1,66g di taurina, uno dove veniva somministrato il placebo, ed uno dove veniva detto che gli sarebbero stati somministrati 1,66gr di taurina senza che però sia in realtà avvenuto. Nel gruppo nella quale veniva somministrata la taurina si è vista una cosa che non si era vista negli altri due gruppi, ovvero una maggiore ossidazione dei grassi a scapito dei carboidrati. La differenza era di una ossidazione degli acidi grassi maggiore del 16%, che si traduceva in: +5g di lipidi utilizzati.

Un’altra ricerca invece eseguita sul tapis roulant, su medie distanze, ci dimostra un aumento ed un miglioramento delle prestazioni dell’1,7%, il dato viene ritenuto significativo in quanto (probabilmente) gli atleti sono intermedi.

Uno studio del 2017 che confronta l’impatto della taurina, della caffeina e della taurina combinata con la caffeina, ci mostra che la taurina si sia rivelata più efficace da sola, rispetto alla caffeina ed alla combinazione delle due sostanze, nel ridurre la percezione dello sforzo. Il fatto che la combinazione Taurina+Caffeina a dosaggi paritari si sia dimostrata meno efficace rispetto alla sola taurina apre di certo qualche dubbio, come la restrizione del campione di sole 7 persone.

Se la taurina possa fungere come ergogenico è ancora un mistero alimentato dalle numerose incongruenze, uno studio del 2004 ci suggerisce che la taurina aumenti in modo dose-dipendente, combinando dunque le conclusioni dello studio del 2017 e quest’ultimo, possiamo capire come prossime ricerche dovrebbero analizzare l’impatto dell’aminoacido sulle performance utilizzando dosaggi personalizzati a seconda del soggetto, e non utilizzando dei dosaggi standardizzati.

La taurina sembrerebbe diminuire i DOMS post-allenamento, tuttavia non voglio entrare nel merito, ma gli studi a riguardo hanno scarso valore scientifico, quindi al momento è meglio non trarre nessuna conclusione.

Anche in questo paragrafo abbiamo capito che vi è discrepanza tra i risultati che riguardano la taurina; certe prove ci suggerirebbero che il suo acquisto può valerne la pena ed altre invece ci suggeriscono il contrario (nel dubbio meglio risparmiare i soldi per il libri del Project).

Taurina come aiuto nel dimagrimento?

Taurina energy drink red bull

Ad ipotizzare la taurina come un possibile fat looser è una revisione scientifica giapponese del 2015, che porta alla luce una possibile correlazione tra obesità e taurina, mostrando come in modelli animali obesi,  le concentrazioni adipocitarie ed ematiche di taurina diminuissero, suggerendoci così un possibile rapporto tra la taurina e l’obesità.

L’obesità purtroppo non è solamente un fattore anti-estetico, ma soprattutto una sindrome che può essere caratterizzata da: arteriosclerosi con maggiore possibilità di incidenti cardiovascolari (correlato alle dislipidemie, aumento della pressione arteriosa), diabete (correlato al peggioramento metabolico), aumento del rischio di sviluppo di tumori, potenziali disturbi psichiatrici-neurologici indotti, disturbi della sfera sessuale e tanto altro ancora.

Molte delle complicanze sopra descritte hanno alla base il meccanismo infiammatorio-ossidativo mediato dall’aumento dell’infiltrazione adiposa di macrofagi con conseguente aumento di molecole proinfiammatorie (interluchine), il fattore di necrosi tumorale, sviluppando così le complicanze tipiche dell’obesità quali appunto l’insulino-resistenza. Ma che cosa centra la taurina?

La taurina non è solo sintetizzata dal cervello, dal fegato e dai reni (ed altri tessuti) ma bensì anche da un altro organo: quello adiposo , in particolare quello bianco; la taurina negli animali è apparentemente coinvolta nell’omeostasi adipocitaria.

Studi degli anni precedenti alla pubblicazione della revisione scientifica in questione, suggeriscono che anche i livelli umani di taurina siano minori quando si ha a che fare con dei soggetti obesi. Uno studio randomizzato del 2014 di Rosa et.all ha preso in esame un gruppo di donne, il gruppo era di: 16 donne obese, ed 8 donne normopeso, lo scopo di questo studio era quello di verificare se la taurina potesse influenzare l’omeostasi del glucosio, la risposta infiammatoria e lo stress ossidativo su questi due gruppi.

Già qui possiamo notare il primo limite dello studio, che è la non equiparazione numerica dei due gruppi. In quello delle persone obese la somministrazione di taurina ha:

  • aumentato l’adiponectina (+12%)
  • diminuita la Proteina-C-Reattiva (-29%)

L’adiponectina è un ormone proteico, esattamente un polipeptide della famiglia delle citochine, tale ormone è riconosciuto dalla ricerca scientifica come un ormone “anti-diabetico” ed “anti-infiammatorio” ciò sembra essere mediato principalmente dall’aumento dell’espressione di una proteina-chinasi ricorrente quando si parla di nutrizione che è l’ampk, ed anche grazie all’aumento dell’espressione dei PPARα.

L’aumento dell’ampk mediato dall’adiponectina sembra portare ad un aumento del trasporto del glucosio ed un’inibizione della neoglucogenesi, l’aumento dell’espressione PPARα porta invece ad un aumento dell’ossidazione degli acidi grassi e ad una diminuzione della risposta infiammatoria.

L’adiponectina sembra dunque essere coinvolta nella patogenesi dell’obesità ed in alcune delle sue complicazioni. Alcuni induttori dell’adiponectina vengono utilizzati per il trattamento di problemi riguardanti l’omeostasi del glucosio e dell’obesità (vedi la classe dei tiazodilinoni).

La proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP) è un biomarker di infiammazione sistematica di basso grado ed è un biomarker d’infiammazione ampiamente utilizzato in cardiologia per la previsione del rischio cardiovascolare globale, ed ultimamente la si sta rivalutando come un vero e proprio fattore integrante nell’eziopatogenesi delle malattie cardiovascolari. Una sua diminuzione vuol dunque dire diminuzione dell’infiammazione sistematica.

Un’altra possibile interazione tra taurina ed omeostasi adipocitaria sta nella differenziazione degli adipociti umani, suggerendo che la taurina in dose-dipendente possa inibire la differenziazione cellulare dei pre-adipociti in adipociti. In questo caso però mancano prove in vivo sugli umani.

Un altro studio condotto su 30 soggetti obesi ha enunciato un miglioramento della composizione corporea in seguito all’utilizzo di taurina, ma non possedendo il full-text non possiamo analizzarlo insieme.

Un’altra cosa osservata sugli animali è il potere anoressizzante della taurina controllato probabilmente da due principali fattori: l’attività GABAergica della taurina, ed il miglioramento ipotalamico della sensibilità insulinica. Difatti l’insulina non è presente solo nel tessuto muscolare ed adiposo. Il perché negli animali la taurina abbia poteri anoresizzanti legati al miglioramento della sensibilità insulinica cerebrale è chiaro: l’insulina è un peptide dai poteri anoressizzanti, cosa che accade anche negli umani.

L’unica cosa che sappiamo in merito sugli uomini è che un pasto ricco di taurina ha prodotto una maggiore sazietà, ma ulteriori prove sono ancora necessarie.

L’ultimo possibile fattore anti-obesità certificato negli animali è quello dell’aumento del dispendio energetico e della B-ossidazione da parte della taurina.

Se i precedenti paragrafi facevano emergere possibili interessanti applicazioni , anche in questo ne emergono ulteriori e forse anche più interessanti per gli amanti della ricomposizione corporea.
Uno studio del 2014 effettuato sui roditori suggerisce che l’utilizzo di taurina approvvigioni positivamente la ri-sintesi di glicogeno.

Se la taurina si dimostrasse veramente di porre una maggiore attivazione dell’ampk ed una maggiore espressione dei PPARα mediata da un aumento dell’adiponectina, allora le possibili applicazioni potrebbero estendersi a più utilizzi come: aumentare l’uptake di glucosio nel muscolo, miglioramento della sensibilità insulinica, del potere anoressizzante e del dispendio energetico,  in contesti di cut o in situazioni di ricomposizione corporea.
Mentre in fase di bulk attenuare il peggioramento metabolico e la diminuzione dell’infiammazione, dei possibili danni indotti dal sovrappeso e dall’obesità. Insomma, i dubbi sono tanti, staremo a vedere come si evolveranno nei prossimi anni gli studi.

Taurina e Stress Ossidativo

Sappiamo ormai da tempo l’importanza dello stress ossidativo sul corpo degli animali e sul nostro, sappiamo anche che lo stress ossidativo, se in eccesso e non controllato, può essere coinvolto nella eziopatogenesi di numerose malattie e sui meccanismi dell’invecchiamento, questo ha spinto negli anni i ricercatori ad approfondire tutto ciò che riguarda la branca degli anti-ossidanti.

Tra gli anti-ossidanti possiamo ritrovare anche la taurina, che grazie alla presenza dell’acido solfonico, promuove la conversione di sostanze citotossiche (fenomeno che induce danno alla cellula) in sostanze più stabili.

Un precursore della taurina inoltre funge da spazzino (scavanger) dei radicali idrossilici, un radicale in grado di danneggiare qualsiasi struttura e che presenta un’alta reattività.

Uno studio in doppio cieco eseguito su dei triatleti ha dimostrato che la taurina non era in grado di aumentare le performance, ma che era effettivamente in grado di attenuare il danno ossidativo indotto dall’esercizio. Sappiamo che gli sport di ultra-endurance come il triathlon siano effettivamente degli sport che comportano una severa ossidazione. Sappiamo inoltre, che un’eccessiva somministrazione di anti-ossidanti può inficiare sia la performance atletica, ma può anche inficiare negativamente dei meccanismi adattivi come l’ipertrofia muscolare.

Uno studio già precedentemente analizzato ci ha anche suggerito che la taurina sia in grado di diminuire la periossidazione lipidica nei soggetti obesi.
Ulteriori prove sono necessarie sugli umani.

Taurina e cervello

La parola “stimolante” è spesso associata alla taurina, questo deriva dal fatto che sia spesso inserita all’interno degli energy drink (vedi Red Bull), nonostante ciò, possiamo dire che definire la taurina come un agente stimolante è totalmente scorretto, anzi, la taurina potenzialmente può essere sedativa.

Difatti essa interagisce con i recettori GABAa e GABAb che sono due dei tre recettori GABA, ed hanno una funzione inibitoria sul sistema nervoso centrale, sono difatti bersaglio di numerosi farmaci ansiolitici, ipnotici ed anti-convulsionanti.

La taurina è inoltre in grado di interagire con i recettori glicinergici, ovvero dei canali ionici in grado di mediare una funzione inibitoria (anche i GABA) sul midollo spinale e sul tronco cerebrale. Capiamo dunque che la definizione di “eccitante” è del tutto fuorviante, non è un caso inoltre che la taurina nei topi abbia suggerito degli effetti pro-ansiolitici.

Molti utenti oltre oceano utilizzano la taurina proprio a scopi ansiolitici o come coadiuvante del sonno sia in solo, che in associazione con altri integratori, come ad esempio la glicina.

Homotaurina

omotaurina

Un analogo della taurina che può essere trovato all’interno delle alghe ancora poco reperibile in Europa è l’homotaurina, anche chiamata omotaurina.
La si può tranquillamente trovare in natura e presenta delle piccole diversità rispetto alla taurina (la presenza di più atomi di carbonio ed idrogeno).

L’homotaurina è un composto che viene studiato da relativamente poco tempo, sulla quale si può dire veramente poco, ma che desta uno spiccato interesse da parte dei ricercatori internazionali ed anche nazionali.
Il trattamento dell’Alzheimer e del morbo di Parkinson sono i campi di studio che stanno mostrando maggiore interesse da parte dei ricercatori.

Nei ratti sono state dimostrate possibili attività GABAergiche e dopaminoergiche, oltre che una possibile modulazione degli oppioidi endogeni.

Altre indicazioni vedono l’homotaurina nel trattamento della dipendenza d’alcool negli alcolisti.

L’homotaurina condividendo interessanti proprietà con la taurina risulta comunque essere un mondo a sé stante, che gode di possibili campi d’applicazione, diversi rispetto alla taurina ed anche di diverse ricerche. Questo dunque non vuole essere assolutamente un articolo d’approfondimento sull’homotaurina, ma solo un articolo d’infarinatura generale.

Ci prefiggiamo dunque di effettuare una sorta di mini-revisione in un futuro articolo.

Gusto e dosaggi

Uno dei primi fattori che influenza l’acquisto di un integratore è il gusto dello stesso. Possiamo dire che la taurina ha un gusto tutto sommato gradevole rispetto ad altri supplementi e che quindi non necessita l’aggiunta di dolcificanti o acidificatori per renderla palatabile.
Fonti ufficiali (EFSA) ci dicono che la taurina ha un sapore leggermente acido.

La taurina si presenta sotto forma di cristalli bianchi o di polvere bianca, ha inoltre un costo abbastanza contenuto. L’omotaurina invece ha già un costo più elevato, ma c’è anche da dire che pure la dosatura cambia, si parla difatti di un dosaggio medio di 50/100mg, bisogna inoltre specificare che quest’ultima non si trova in tutti i paesi.

Una revisione del 2008 ci suggerisce che la taurina è un composto ritenuto ufficialmente sicuro fino ai 3 grammi al giorno e sembra inoltre essere un composto ben tollerato anche oltre il breve termine, questo sembra essere suggerito anche dall’utilizzo massiccio degli energy drink che raggiungono tranquillamente i 3g per “dose”.

Molti tuttavia sono gli studi che utilizzano la taurina a dosaggi maggiori rispetto i classici 3g,  5-6g ma anche 12g sono difatti stati usati, o anche 50mgxkg, nonostante ciò, non esistono prove forti sulla sua sicurezza nel medio/lungo periodo a tali dosaggi.

Se dilazionata in più assunzioni (sembra essere più efficace), ma dipende dallo scopo per cui viene utilizzata, si consiglia generalmente l’assunzione di 1g per 3 volte al giorno.

Conclusioni sulla taurina

La taurina è un integratore noto al grande pubblico grazie agli energy drink che la contengono, molti sono però i tentativi di screditarla (vedi la sua associazione con le gonadi toro), come molti sono i tentativi di spacciarla come benefica per quasi tutto.
Queste bevande le hanno attribuito la fama di essere un potente stimolante, cosa che con la lettura della ricerca scientifica abbiamo prontamente smentito, evidenziando anzi un possibile potere ansiolitico e calmante della taurina.

La grande carica data dagli energy drink è principalmente mediata dalla presenza della caffeina, dal guarnà, teacrina, ed altre possibili combinazioni.
La combinazione Caffeina+Taurina può dunque potenzialmente giovare alla performance eliminando o attenuando il nervosismo e l’ansia tipicamente data dalla caffeina nei soggetti ansiosi o che semplicemente non tollerano gli stimolanti.

Aggiungendo sempre il prefisso “potenzialmente” la taurina potrebbe essere un potenziale composto ergogenico.
La ricerca è però colma di evidenti limiti, e con un focus primario principalmente orientato al mondo animale, ciò avviene in quanto la taurina è un amminoacido essenziale per numerosi mammiferi. Molte sono anche le ricerche sui topi, che molte aziende prendono come conclusive, quando ormai sappiamo non essere predittive.

Il seguente articolo mira quindi anche a far capire come la ricerca scientifica vada anche saputa interpretare, perché è troppo facile trovare e postare lo studio che confermi la propria tesi.
Ho comunque apposta tralasciato numerose funzioni e possibili applicazioni  proprio per il fatto che su determinati campi, le prove sugli umani siano addirittura nulle. Altri limiti sono: i campioni ristretti,  il fatto che non sia ancora stato trovato un range per ciò che riguarda il dosaggio, il provare sia gli effetti in acuto che in cronico ed il dilazionamento dei dosaggi su base giornaliera.

Abbiamo tuttavia visto che le possibili applicazioni sono numerose, sia in ambito salutistico, medico ed anti-aging, sia nel campo della composizione corporea ed in quello del miglioramento della performance.
Tuttavia quello che sappiamo in merito alla taurina rispetto ad altri integratori come la creatina o le proteine in polvere è vicino allo zero.
Quello che possiamo fare è aspettare che la scienza faccia il suo corso e che ci fornisca nuovi dati che poi potremo applicare sul campo.

A metà articolo vi avevo lasciato con una domanda; vale la pena acquistare la taurina? La risposta è NO. Se il vostro obiettivo è avere dei benefici certi su un determinato campo d’azione allora vi consigliamo di non acquistarla, sarebbe da irresponsabili suggerirvi l’integrazione, a qualsiasi scopo, in quanto la letteratura scientifica, sugli umani, è dubbia su qualsiasi campo applicativo. Ma se tuttavia la parte economica non è un vostro problema e volete fare un tentativo, allora perché no, la decisione finale rimane comunque a voi.

 

Note sull’autore

Articolo di: Riccardo Visioli

Personal Trainer e Preparatore atletico, oltre che una grande passione per la divulgazione. Chi si rivolge a lui, uomini o donne che siano, è per puntare ad un miglioramento della composizione corporea, performance e qualità di vita tramite l’allenamento, l’alimentazione e l’integrazione

Sito Web: www.riccardovisioli.it
Email: riccardovisiolipt@gmail.com
Profilo FB personale: Riccardo Visioli
Gruppo Facebook: Riccardo Visioli | Innovative Fitness

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