In questo articolo vi presenteremo l’intervista fatta a Macias uno dei maggiori preparatori atletici di MMA. All’intervista seguirà l’opportunità d’essere seguiti nella preparazione delle MMA per una tesi sperimentale, un’occasione da non perdere per chi vuole fare il salto di qualità in questo sport.
Intervista con Chad Macias (preparatore di atleti UFC)
Ho conosciuto Chad negli anni scorsi in quanto entrambi partecipanti alle discussioni della International Society of Sport Nutrition. Il suo background é altamente teorico: é un fisiologo molecolare ed ora sta dedicando i propri studi anche all’oncologia. Al momento opera nella zona della California del Sud lavorando con atleti della UFC e del Bellator del calibro di Alexander Gustaffson, Phil Davies, Kelvin Gastelum, Luke Barnatt con il suo Institue for Human Kinetics.
Nell’articolo vi proporrò alcune delle parti salienti delle nostre discussioni.
L’intervista completa (in inglese) la potete trovare qui:
Ciao Chad.
Cosa pensi della vittoria di Kelvin Gastelum a Città del Messico (UFC 188) e puoi dirci in cosa consista l’allenamento in altitudine ed i suoi risvolti fisiologici come sul profilo dell’ EPO?
Sono stato molto felice per il risultato soprattutto perché l’evento si svolgeva a circa 2400m sopra il livello del mare e Kelvin combatteva contro un ex campione. Per quanto riguarda l’allenamento abbiamo usato la tenda ipossica che simula l’altitudine, questo perché un vero e proprio allenamento in altitudine potrebbe essere una cattiva scelta per la performance, ad esempio sulla VO2 max danneggiando alcune fibre con la soglia più alta.
I miei atleti stanno nella tenda per circa 8-10 ore al giorno minino, di solito mentre dormono, e questo aumenta la sintesi dell’EPO e l’ematocrito. Questo tipo di esercizio é combinato con la camera iperbarica e ci permette di avere risultati davvero significativi.
Che differenza c’è tra i tuoi protocolli ed altri che spesso si vedono correlati ad un ipotetico aumento nella conta dei globuli rossi?
In realtà non c’è davvero altro modo per migliorare questo profilo se non come facciamo noi o con l’allenamento in altitudine vero e proprio. Ogni altro modo é solo una monetizzazione su dei concetti collegati all’allenamento in altitudine. La training mask ad esempio serve solo a rinforzare i muscoli diaframmatici. Non crea differenza in termini di pressione ed nemmeno in termini di percentuali di ossigeno, senza alterare queste due variabili non abbiamo nessun adattamento riscontrabile ( vedi legge di Henry). E’ solo un modo per rendere più faticoso l’allenamento. Potrebbe anche peggiorare la performance. L’altitude training é qualcosa che comunque facciamo a prescindere dalla finale elevazione del luogo del match, lo usiamo anche con atleti di football americano, con wrestler e con i corridori.
Parliamo ora di pliometria.
Certo, con pliometria si intendono esercizi che solitamente si eseguono con il solo carico del peso corporeo. Gli esercizi sono salti, balzi etc. Io di solito chiamo questo tipo di esercizio potenziamento mioelettrico che é più corretto. Non uso nessun metodo convenzionale nei miei protocolli. Alcuni esercizi sono quelli sull’esplosività con 130° di flessione, molti esercizi che coinvolgono movimenti laterali e flessioni profonde, questo perché mi piace l’idea di sviluppare muscoli che altrimenti sarebbero poco coinvolti in normali protocolli di allenamento.
Le tue sessioni di pliometria comunque non superano i 30′ o l’ora.
Esatto, sai, molti preparatori mischiano tutte le sessioni di allenamento in una sola ma non credo che una così copiosa varietà di stimoli al corpo umano sia la chiave per aumentare la performance se non quella nei circuiti. Io isolo i vari compartimenti. Gli atleti inoltre hanno 2-3 sessioni di allenamento al giorno ed hanno bisogno di essere riposati per ognuna di esse: non si tratta di massacrarli, il tempo di recupero dopo una sessione di potenziamento mioelettrico é simile a quello di una sessione di forza o sprint, ad un certo punto il sistema nervoso non sarà più in grado di supportare il tutto se viene stressato oltre il limite. Il fatto é che molti preparatori atletici non abbiano una conoscenza formale degli argomenti e ciò li porta a non essere aggiornati e sbagliare da questo punto di vista.
Quando invece abbiamo un atleta non professionista che deve per forza condensare le sessioni di allenamento come pensi sia il caso di comportarsi?
Una sessione di condizionamento fisico può coesistere con un lavoro di tipo tecnico perché non stressa eccessivamente il corpo. Molti atleti, soprattutto negli SDC, hanno la concezione che il risultato passi per forza per l’esaurimento e lo sfinimento. Questa é una concezione piuttosto sbagliata stando alle pubblicazioni presenti al momento. Provo sempre a far capire la cosa ai miei atleti.
Parliamo ora dei mesocicli in un training camp: c’è una linea netta di divisione tra loro oppure no?
In realtà no, coesistono. La parte aerobica così come quella dell’esplosività va sempre curata e ciò é davvero una sfida in relazione alle altre sessioni di allenamento per un atleta. Senza esperienza sarebbe difficile gestire tutto ciò, ci sono un sacco di variabili da tenere sotto controllo, la MMA penso siano lo sport più difficile con il quale mi sia mai confrontato.
Ci sono differenze tra protocolli per uomini e donne?
No. Sono uguali. Mi aspetto lo stesso da loro, alle volte le donne sono meglio degli uomini. Si dimenticano del fatto di avere dei limiti!
Ci sono differenze nei protocolli di taglio del peso tra uomini e donne?
No. Sono uguali se non per il fatto che il ciclo mestruale possa essere un problema per la ritenzione idrica. Tuttavia non amo che i miei atleti taglino molto peso, non amo la disidratazione, preferisco arrivino al peso gradualmente. Phil Davies alle volte non mangia soltanto la mattina nel peso per raggiungerlo. La disidratazione porta ad una progressiva perdita della performance, per questo é importante anche pensare a validi protocolli di reidratazione.
Uno dei tuoi atleti, Phil Davies, era campione NCAA prima che di MMA. Parlaci delle differenze tra i due mondi.
Nel wrestling così come nelle MMA il concetto di “spingere” resta inalterato. Sono piuttosto differenti come sport, c’è poco in comune. Un wrestler combatte molto e quindi é praticamente sempre in forma. Nelle MMA invece lo si fa più raramente e quindi i protocolli di allenamento sono diversi. Da tenere in considerazione poi che ci sia un giro di affari molto vasto nelle MMA, cosa non presente nel wrestling.
In uno dei video che hai pubblicato nella tua pagina , si vede Alexander Gustaffson nuotare. Spiegaci l’uso nel nuoto nei tuoi protocolli di allenamento.
I miei protocolli consistono essenzialmente in sessioni di sprint, ma in un training camp di MMA ci sono un sacco di traumi ed acciacchi, il nuoto quindi é una valida alternativa agli sprint sollecitando meno la parte inferiore del corpo e le articolazioni.
Parlando dell’atleta medio che entra nella tua palestra: di cosa é più deficiente dal punto di vista della performance?
Ci sono davvero i più disparati profili, di solito iniziamo a studiare dei protocolli in base allo sport ed allo stato di forma di partenza.
Per ciò che riguarda la nutrizione la prima domanda é relativa ai BCAA: il loro uso é davvero limitato spesso al body building, possono però avere delle applicazione nelle MMA? Preferisci vengano assunti come supplemento a parte, come cibo ad alta qualità proteica, come proteine del siero del latte o come aminoacidi essenziali?
Trovo i BCAA siano importantissimi per la crescita muscolare, soprattutto dopo le sessioni ad hoc in palestra. Non sto dicendo che si debbano assumere i BCAA in maniera isolata e pura ma la fonte proteica deve contenerli, é inoltre importante anche il timing (Si riferisce ai protocolli sui professionisti. Ndr.) per attivare la cascata dell’ Tor. Le fonti naturali vanno sicuramente bene ma non hanno quella velocità di assimilazione tipica dei supplementi. Tutto dipende dall’atleta di cui si parla: ad un body builder professionista consiglierei i le whey ricche di BCAA e le cascine. Nelle MMA la supplementazione con BCAA non credo sia sufficiente per coprire i reali bisogni di un atleta.
Per ciò che riguarda la creatina invece?
La usiamo molto nei protocolli di reidratazione post weigh in e negli atleti che subiscono dei traumi cerebrali. E’ un ottimo supplemento che tutti dovrebbero utilizzare, mi riferisco alla forma monoidrata che ha diverse pubblicazioni che ne giustifichino l’efficacia. Molte delle altre forme non sono stabili nel torrente circolatorio quindi il costo elevato non é giustificato.
Tesi Sperimentale: Strength & Conditioning e dieta nelle MMA
Matteo Conversi, laureando in SM presso l’università Statale di Milano realizzerà come coronamento del proprio percorso di studi una tesi volta allo studio delle dinamiche e dei protocolli relativi al condizionamento fisico nelle MMA, per far ciò si avvarrà dell’aiuto del dott. Matteo Capodaglio che supervisionerà lo studio dal punto di vista dei protocolli alimentari.
L’idea è quella di sviluppare un programma di allenamento per un atleta di MMA simulando un match. Tutto avrà inizio con una settimana di test, nella quale si evidenzieranno i bisogni del nostro atleta in relazione allo sport di riferimento. Partendo da quest’ultimi, struttureremo una programmazione della durata di dodici settimane, divisa principalmente in una parte legata allo sviluppo della forza ed una legata al conditioning.
Per quanto riguarda la programmazione della forza, utilizzeremo una metodologia che prevede uno stretto legame tra tecnica di esecuzione degli esercizi e il programma di allenamento stesso. Lavoreremo per massimizzare l’efficienza del SNC, cercando di migliorare le capacità coordinative dell’atleta, tanto quanto quelle condizionali. La convinzione é che la capacità di esprimere forza in maniera ottimale sia un’abilità e, in quanto tale, vada appresa attraverso un corretto percorso didattico. In quest’ottica, il programma inizierà con una prima fase legata allo sviluppo del controllo motorio, alla quale seguirà una seconda fase intensiva, caratterizzata da un aumento di intensità e di volume. Infine, termineremo con una fase di taper, per portare l’atleta nel miglior stato di forma possibile in vista del test finale. Verranno utilizzati i principali esercizi multi articolari (squat, panca e stacco), diverse loro varianti e svariati esercizi complementari.
In parallelo alleneremo la parte legata al conditioning, partendo da un lavoro generale di capacità aerobica, per arrivare ad utilizzare, verso il termine del nostro ciclo, circuiti specifici che rispetteranno sempre più i tempi e le modalità di un incontro di MMA pro (3x 5′). Il programma verrà svolto garantendo una logica continuità fra un lavoro aspecifico e uno specifico, sia per quanto riguarda i metodi, sia per i mezzi utilizzati.
L’obbiettivo ultimo sarà portare l’atleta nella miglior condizione fisica possibile al termine dei tre mesi di lavoro. Valuteremo lo stato di forma fisica tramite test di forza e resistenza aspecifica e specifica.
Parallelamente gli atleti coinvolti nello studio seguiranno un protocollo alimentare e di integrazione con lo scopo di simulare quello che nell’ambiente viene identificato come “taglio del peso”, atto a diminuire la percentuale di massa grassa a favore della magra.
Cerchiamo volontari con le seguenti caratteristiche:
-Disponibilità nell’ essere seguiti nell’allenamento una volta a settimana nella zona di Milano (la palestra é ancora da concordare)
-Conoscenza delle MMA, almeno un match dilettantistico
-Disponibilità a seguire un protocollo alimentare
-Nessun match in programma tra aprile e giugno
Articolo di Matteo Conversi
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Instagram: matt_capodaglio
L’autore
L’autore:
Matteo Capodaglio Pharm. D., é laureato all’università “La Sapienza” con una tesi sperimentali alla World Anti Doping Agency dove ha studiato il metabolismo di fase I dei cannabinoidi sintetici. Ora studia per la seconda laurea magistrale in Alimentazione e Nutrizione Umana presso la Statale di Milano ed é iscritto alla International Society of Sport Nutrition. L’interesse principale é quello dell’applicazione della scienza al campo sportivo, in particolare nelle MMA.
Insieme al dott. Andrea Fusi ha dato vita ad uno studio case report sul taglio del peso dove é stato analizzato uno di questi protocolli con parametri di performance, della composizione corporea ed esami ematici. E’ consulente della nutrizione e del taglio del peso di atleti come Mattia Schiavolin, Daniele Scatizzi, Alessandro Botti, Andrea Fusi ed Alessandro Borgonovo.Si divide tra Italia ed estero (California, Inghilterra, Irlanda) per cercare di evolvere le proprie conoscenze nell’ambito scientifico.
E’ membro del team Vivereinforma dove principalmente si occupa di nutrizione.
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