Abitualmente torna di moda la questione dolcificanti artificiali. C’è chi si chiede come facciano a non avere calorie (o quasi), chi se fanno male ed ultimamente è nato anche il dubbio che facciano ingrassare più dello zucchero. Possibile?
Vediamo di rispondere a queste domande partendo dalle Big Babol, vi ricordate quanto andavano di moda e quanto erano buone? Avevano quel sapore zuccherato, quel sapore che ti fa cariare, al solo pensiero, i denti. Poi sono arrivate le cicche nuove allo xilitolo e di colpo, al posto che causare le carie le prevengono. Ecco, per lo stesso principio potrebbero far ingrassare più dello zucchero. Confusi?
Tranquilli vediamo ora di spiegare perché.
Correlazione dolcificanti artificiali, aspartame, cancro.
A guardare questo episodio della trasmissione televisiva Report, sembrerebbero non esserci dubbi. L’aspartame fa venire il cancro. Eppure negli anni la letteratura scientifica ha pubblicato diverse peer view che lo scagionano da questa ipotesi. Chi ha ragione, gli studi sono stati realmente manipolati per poter dare il via libera a questo dolcificante artificiale?
Purtroppo non sta a noi poter dare una risposta, a seconda della propria indole complottista oppure no daremo ascolto alla scienza o alle insinuazioni. Diverse inchieste giornalistiche hanno accusato i ricercatori d’aver soppresso diversi capi animali per non rientrare nella casistica di quelli che si erano ammalati per via dell’aspartame.
Rimandiamo una risposta definitiva tra qualche anno, ad oggi rimanendo “scientifici” non possiamo che negare l’ipotesi che i dolcificanti artificiali, se assunti nelle dosi raccomandate, possano realmente aumentare di molto il rischio di cancro. Non più di altre sostanze ben più note che mangiamo coi prodotti da forno, o quando cuociamo alla griglia la carne.
Per cui ad oggi, forse conviene non fasciarsi la testa, non esagerare e non evitare un alimento semplicemente perché ha dell’aspartame. Sicuramente, nello stesso modo, non conviene abusarne.
Dolcificanti artificiali ed enzimi
Ogni alimento che mangiamo per essere assimilato deve poter essere attaccato da specifici enzimi. Gli amidi saranno colpiti dalle amilasi, i grassi dalle lipasi, ecc. Quando qualcosa come la cellulosa o la fibra è “indigesta” non può essere assimilata e viene o digerita dai nostri batteri o semplicemente finisce nelle feci. Questo vale per noi ma anche per tutti gli altri esseri viventi, compresi i batteri.
All’inizio dell’articolo abbiamo parlato di un dolcificante artificiale presente nelle cicche, lo xilitolo. Bene non caria i denti perché questo zucchero non può essere attaccato dagli enzimi dei batteri dentali. I quali una volta che lo assumono, non potendo metabolizzarlo ne rimangono danneggiati.
La stessa cosa avviene per i nostri batteri intestinali i quali quando vengono a contatto con molti dolcificanti artificiali, non possono nutrirsene. Questo ha una ripercussione negativa sul nostro bioma intestinale, il quale perde d’efficacia e funzionalità.
E questo cosa comporta?
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Flora batterica, dolcificanti artificiali e obesità
Conoscete il detto, siamo quello che mangiamo? Bene non solo, siamo anche quello che mangiano i nostri batteri intestinali. Per ogni cellula del nostro corpo ospitiamo 10 batteri, i quali se messi tutti assieme arrivano a pesare 2-3kg.
Noi siamo a contatto con l’esterno non solo attraverso la cute ma anche attraverso il nostro tubo digerente. Per questo è popolato da diversi ceppi di batteri biosimbionti, che trovano rifugio nel nostro organismo e che in cambio ci proteggono dall’aggressione di altri batteri patogeni. Ma non solo. Ci proteggono anche delle calorie in eccesso.
Una volta che i macronutrienti vengono scissi, prima di venir assorbiti ed entrare nel circolo portale o linfatico, devono superare anche il nostro microbioma intestinale, il quale si nutre, in parte, degli eccessi calorici.
Gli animali che vivono in batterie dall’allevamento spesso si ammalano, pertanto vengono sottoposti a uso intensivo d’antibiotici. Questi uccidono sia i batteri cattivi ma anche quelli della flora intestinale. Gli allevatori hanno osservato che dopo cure antibiotiche gli animali acquistano peso. Con meno batteri simbionti le calorie sono più disponibili.
Così, tornando ai nostri dolcificanti artificiali, è vero che se gli mangiamo non assumiamo calorie, ma dall’altra danneggiamo, come coi batteri dentali, i nostri amici intestinali, diminuendo la nostra barriera.
Che semaforo per i dolcificanti?
La rivista altroconsumo ha stilato una breve classifica su quali dolcificanti artificiali preferire.
- Semaforo verde per l’aspartame e la stevia
- Semaforo arancione per l’acesulfame K
- Semaforo rosso per il cicclamato e la saccarina
Di seguito riportiamo la tabella dell’INRAN sui dolcificanti.
Dolcificante: conclusioni
Cadere preda di facili giudizi o pregiudizi è sempre facile. La questione dolcificanti artificiali è sicuramente complessa e negli anni andrà a chiarirsi sempre di più. Pertanto dobbiamo semplicemente inquadrarla per quello che è: uno dei mille fattori che interagiscono con la nostra salute e composizione corporea.
Non conviene bere litri e litri di coca cola zero al giorno, anche se non ha calorie. Nello stesso modo non conviene neanche privarsi dei dolcificanti artificiali.
Quello che sicuramente conviene è imparare a ricalibrare il gusto del dolce. Perché al gusto ci si abitua.
Ci vogliono 12 settimane per ricalibrare il gusto del dolce.
Se per 12 settimane imparate a non usare lo zucchero o un dolcificante artificiale, non sarete più dipendenti da questo sapore. Imparerete ad assaporare il cibo per quello che è, gusterete la frutta come oggi fate con un dolce. Perché in fondo, quello che conta non è tanto dolcificanti artificiali si o no, ma riappropriarsi delle buone abitudini.
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